Oggi, su richiesta di un amico, sono andata nuovamente a "spulciare" nei file del mio computer per vedere se il mio passato mi proponeva altri spunti di riflessione interessanti...e in effetti qualcosa ho trovato.
E' l'inizio di una storia che volevo scrivere, che magari proseguirò o forse è già completa così...vedremo. Parla di vivere il qui e ora, del sentire, del vivere appieno ogni piccola o grande cosa che la vita ci dona, senza perdere il gusto di assaporare le cose perchè troppo occupati a PREoccuparci di altro...
ed ecco qui Sara (che era il mio nome preferito da bambina...e significa Principessa!):
"Le giornate si stavano facendo sempre più lunghe, era bello uscire dal lavoro e camminare per i viali alberati, il vento sul viso ed il profumo inebriante dei freschi fiori primaverili. Tutto era avvolto nella morbida luce del tardo pomeriggio mentre Sara camminava con passo svelto e leggero verso casa. Era stata una piacevole giornata al lavoro, scivolata via liscia senza lasciare traccia, come tante altre. La monotonia della vita quotidiana però era spezzata dalla luce solare che entrava nel suo ufficio dall’unica finestra e si riversava come un fiume di vita sulla sua scrivania in legno scuro.
Mentre rincasava tanti pensieri affollavano la sua mente…quel problema di lavoro che sembrava non voler trovare una soluzione, una relazione sull'orlo del precipizio, cosa avrebbe regalato a Monica che compiva gli anni di lì a pochi giorni e come far capire a Marco che non le interessava uscire con lui e di smetterla di chiamarla.
ed ecco qui Sara (che era il mio nome preferito da bambina...e significa Principessa!):
"Le giornate si stavano facendo sempre più lunghe, era bello uscire dal lavoro e camminare per i viali alberati, il vento sul viso ed il profumo inebriante dei freschi fiori primaverili. Tutto era avvolto nella morbida luce del tardo pomeriggio mentre Sara camminava con passo svelto e leggero verso casa. Era stata una piacevole giornata al lavoro, scivolata via liscia senza lasciare traccia, come tante altre. La monotonia della vita quotidiana però era spezzata dalla luce solare che entrava nel suo ufficio dall’unica finestra e si riversava come un fiume di vita sulla sua scrivania in legno scuro.
Mentre rincasava tanti pensieri affollavano la sua mente…quel problema di lavoro che sembrava non voler trovare una soluzione, una relazione sull'orlo del precipizio, cosa avrebbe regalato a Monica che compiva gli anni di lì a pochi giorni e come far capire a Marco che non le interessava uscire con lui e di smetterla di chiamarla.
Non riuscendo a dare una risposta a quel sovraffollamento di pensieri decise di risolvere il problema non pensandoci: li avrebbe affrontati tutti, uno alla volta, quando si fossero presentati.
Tra un pensiero e l’altro, senza neanche rendersene conto, era già davanti al portone di casa con le chiavi in mano, pronta a salire. Si guardò la mano che stava per infilare la chiave nella serratura del portone, poi l’orologio e subito ritrasse la mano di scatto come se qualcosa l’avesse morsa. Infilò subito la chiave nella borsetta, chiuse la cerniera e decise che la giornata non era ancora finita: era un pomeriggio troppo bello per chiudersi in casa!
Camminò per una buona mezz’ora senza meta per le strade della sua città, a passo lento e rilassato ma con un buon ritmo, semplicemente godendo dei colori, suoni ed odori della primavera. Il vocio dei bambini al parco, il gorgheggiare dell’acqua della fontana e la fresca sensazione dei suoi spruzzi sulla pelle, il profumo della torrefazione all’angolo e subito dopo quello degli alberi in fiore del viale…ogni singola cosa assumeva un piacere nuovo per Sara che troppo spesso era tanto presa dalla piccolezza della sua vita per accorgersi dell’universo che la circondava. I rintocchi delle campane si rincorrevano nell’etere e Sara pensò che il loro suono era adatto a quella giornata che, chissà perché, aveva assunto per lei aria festosa…"
Tra un pensiero e l’altro, senza neanche rendersene conto, era già davanti al portone di casa con le chiavi in mano, pronta a salire. Si guardò la mano che stava per infilare la chiave nella serratura del portone, poi l’orologio e subito ritrasse la mano di scatto come se qualcosa l’avesse morsa. Infilò subito la chiave nella borsetta, chiuse la cerniera e decise che la giornata non era ancora finita: era un pomeriggio troppo bello per chiudersi in casa!
Camminò per una buona mezz’ora senza meta per le strade della sua città, a passo lento e rilassato ma con un buon ritmo, semplicemente godendo dei colori, suoni ed odori della primavera. Il vocio dei bambini al parco, il gorgheggiare dell’acqua della fontana e la fresca sensazione dei suoi spruzzi sulla pelle, il profumo della torrefazione all’angolo e subito dopo quello degli alberi in fiore del viale…ogni singola cosa assumeva un piacere nuovo per Sara che troppo spesso era tanto presa dalla piccolezza della sua vita per accorgersi dell’universo che la circondava. I rintocchi delle campane si rincorrevano nell’etere e Sara pensò che il loro suono era adatto a quella giornata che, chissà perché, aveva assunto per lei aria festosa…"